Muravera, l’antica torre dei 10 Cavalli
A pochi km da Muravera e Costa Rei, sorge l’antica Torre dei 10 Cavalli, un’ottima idea per una breve escursione primaverile e autunnale.
La Torre dei Dieci Cavalli è uno dei più importanti frammenti della storia muraverese, chiamata così perché presidiata costantemente da dieci guardie a cavallo sempre pronte ad avvisare le popolazioni limitrofe dell’arrivo dei pirati saraceni.
A ridosso della spiaggia di San Giovanni, la Torre dei 10 Cavalli risale al XVI sec., insieme a Torre Salinas, alla Torre di Porto Corallo e di Capo Ferrato, furono costruite per proteggere le coste e la popolazione del Sarrabus dalle invasioni dei pirati.
A causa della sua posizione geografica, Muravera, fu oggetto di continue incursioni da parte dei pirati che spesso veniano respinte dagli abitanti del luogo.
Un’ottima alternativa per visitare la Torre è durante il periodo estivo, quando l’Associazione Enti Locali per lo Spettacolo nel Comune di Muravera organizza alcune serate all’insegna della buona musica.
Sadali, il paese dell’acqua
Sadali è un piccolo borgo di origine medievale. Ci sono diversi modi per raggiungere il paese tra cui quello pìu suggestivo è sicuramente a bordo del Trenino Verde di Sardegna, partendo dalla stazione di Tortolì.
In mezzo al centro abitato sgorga la cascata le cui acque scompaiono ai piedi del paese nel baratro sotterraneo, Sa Bucca Manna, per poi fuoriuscire nella zona bassa ed essere utilizzate nell’irrigazione dei campi.
Tutto il centro storico è costruito attorno a numerose sorgenti d’acqua, cascate, corsi d’acqua; Sadali viene chiamato anche “il paese dell’acqua”.
La cascata e l’adiacente mulino sono situati nel cuore del centro storico di Sadali, a pochi passi dalla chiesa parrocchiale di S. Valentino.
Il centro storico conserva ancora un’antica fisionomia, il percorso attraverso i diversi rioni è accompagnato dal continuo gorgoglio dell’acqua che alimenta la cascata, il mulino e le numerose fontane per offrire ai visitatori bellissimi scenari.
Da visitare anche la Casa Museo Sa Omu’e zia Cramella, situata presso la piazza di “mesu idda”, offre ai suoi visitatori uno spaccato della vita tipica Sadalese sino al 1950 circa.
Nelle stanze della casa museo sono stati sistemati gli strumenti tradizionali per la lavorazione del legno, dell’agricoltura e dell’allevamento.
Fiore all’occhiello di Sadali sono le Grotte de Is Janas (Le Fate) che si estendono per circa 350 m e possono essere visitate con la guida.
Armungia, archeologia e arte sarda
Armungia sorge su una collina a 365 metri sul livello del mare. Dista circa 65km da Cagliari e 30 km dal comune di Muravera.
Collocata al centro del Gerrei, la zona interna della Sardegna sud-orientale, il centro abitato del comune di Armungia si sviluppa intorno all’omonimo Nuraghe che si conserva ancora in ottimo stato e domina tutta la vallata. Il paese presenta ancora oggi esempi di tipologie abitative tradizionali di un’economia agro-pastorale.
Nuraghe Armungia è di tipo monotorre e realizzato con filari di pietra in calcare. Il Nuraghe , il museo etnografico Sa Domu de is Ainas, la casa natale dello scrittore e uomo polito Emilio Lussu e la bottega del fabbro, dove sono custoditi gli strumenti da lavoro de su ferreri, costituiscono l’importante complesso museale del paese.
Infatti, lungo le strade di Armungia, oltre ai monumenti di interesse storico-archeologico, si susseguono tracce della cultura del quotidiano che consentono l’attribuzione dell’appellativo di Museo Diffuso.
La casa dello scrittore Emilio Lussu è un esempio, infatti l’abitazione è conservata nelle sue caratteristiche originarie e rappresenta la dimora della classe medio – alta degli abitanti armungesi.
Per le vie di Armungia è possibile immergersi tra i profumi delle rose e dei limoni provenienti dai cortili caratterizzati dalla presenza del caratteristico forno a palla. Il forno è tutt’oggi utilizzato per la produzione dei tradizionali dolci sardi, del pane e del noto pistoccu di Armungia che si accompagna perfettamente con zuppe, minestre e formaggi.
I silenzi dei boschi e i profumi delle campagne costituiscono un paesaggio naturale di grande fascino che suscita notevole interesse al visitatore tra cui la zona di Murdega, Is Storis, Miali e Is Forreddus. La zona de Is Forreddus è un’azienda boschiva di circa 130 ettari attrezzata da piste per montain bike e aree di sosta per consentire picnic e passeggiate nelle calde giornate primaverili.
Tra i punti panoramici più suggestivi merita una particolare citazione la zona di Cilixiucci , da cui si può ammirare tutta la vallata del Flumendosa.
Sardegna sud occidentale, Pan di Zucchero
Nella costa sud occidentale della Sardegna affiora dal mare, con i suoi 133 metri di altezza, l’affascinante scoglio di Pan di Zucchero.
Lo scoglio si trova nei pressi di Masua, frazione del comune di Iglesias.
Anticamente chiamato con il nome di Concali sue Terràinu, Pan di Zucchero ha due archi naturali che possonono essere attraversati con piccole imbarcazioni.
L’isolotto di Pan di Zucchero è composto da calcare cambrico e ha assunto l’attuale forma in seguito all’erosione marina che ha determinato lo staccamento dello scoglio dalla costa.
A fare da cornice la spiaggia di Masua con fondali di sabbia mista a ghiaia offre ai turisti e visitatori numerosi servizi.
La zona è particolarmente indicata per chi pratica la pesca subacquea e lo snorkeling.
Sulla costa rocciosa si affaccia lo sbocco dell’affascinate sito minerario Porto Flavia.
Castiadas: la storia della vecchia colonia penale
Ricostruiamo la storia della più antica colonia penale della Sardegna e divenuta poi una vera e propria azienda.
Nella seconda metà dell’800, il Ministero dell’Interno decise di istituire a Castiadas una Colonia Penale agricola, con l’obiettivo di far scontare la pena ai detenuti per i delitti commessi e di bonificare la zona paludosa da anni abbandonata.
Era l’11 Agosto del 1875, quando trenta detenuti e sette guardie carcerarie provenienti dalla casa penale San Bartolemeo di Cagliari, guidati dal Cavalier Eugenio Cicognani, sbarcavano sulla spiaggia di Sinzias, nella costa sud orientale della Sardegna, addentrandosi con grande fatica nella fitta vegetazione.
Dopo un lungo perlustramento, si fermarono nei pressi di una collina chiamata Praidis, dove gli uomini stabilirono la prima capanna di legno. Successivamente furono realizzati edifici quali la casa della direzione, le abitazioni degli impiegati e dei militari e in seguito anche il pronto soccorso, l’ospedale, la stazione telefonica, la centrale elettrica e la farmacia.
I fabbricati sparsi su tutto il territorio servivano ai reclusi per svolgere giornalmente le loro attività agro – pastorali.
Grazie al loro duro lavoro, i carcerati riuscirono ad ottenere grandi risultati sia nell’agricoltura che nella pastorizia; allevarono il bestiame e si occuparono della coltivazione della vite, degli agrumeti, del grano, legumi e cereali.
La colonia penale venne definitamente chiusa nel 1952. Ciò che resta dei settanta anni nei quali la colonia fu operativa è un vasto territorio bonificato e reso accessibile all’uomo grazie alla fatica e al lavoro dei condannati.
Ai primi 30 condannati, sbarcati sulla spiaggia di Cala Sinzias, presto se ne aggiunsero altri; dopo appena un anno la colonia conteneva già ben 500 detenuti.
Oggi a Castiadas si possono ammirare i resti delle Vecchie Carceri, delle prigioni, della caserma degli agenti di custodia e tutte le strutture connesse di quello che fu la più grande colonia penale d’Italia.